La sensazione dimenticata: cosa ci dicono gli occhiali VR sul buon suono
Immagina di guardare un video. Non sul televisore, ma come se fossi al centro di esso. Tutto ciò che ti circonda è un’immagine e ti sembra di poter camminare nella scena. Sto parlando degli occhiali VR e, ad essere sincero, fino a poco tempo fa per me si trattava più che altro di un espediente. Le immagini erano spesso sfocate e pixelate: si percepiva il potenziale, ma non ci si lasciava davvero stupire. Ma poi è arrivato Meta Quest 3. E con esso è arrivata una risoluzione che mi ha lasciato semplicemente senza parole. Improvvisamente l’immagine era così incredibilmente nitida e dettagliata che mi sembrava davvero di far parte di questo altro mondo.

Ma il vero colpo di fulmine è arrivato quando ho preso i miei video dal disco rigido e li ho creati con un programma speciale chiamato Owl3D per questi occhiali. Li ho indossati e nel momento in cui il video è partito ho pensato: “È incredibile! Non guarderò mai più uno schermo normale!”. L’immagine era così realistica, così tangibile. E sebbene fosse già mozzafiato, istintivamente ho pensato: “Se solo la risoluzione fosse un po’ migliore!”. È difficile immaginare quanto sarebbe incredibile se la nitidezza fosse assolutamente perfetta: semplicemente stupefacente. È già fantastico, si vede tutto, ha un aspetto magnifico, ma se ci fosse un po’ di pixel in più, sarebbe il massimo!
Perché parliamo di VR quando si tratta di un buon suono
È proprio questa sensazione, questa comprensione intuitiva della “risoluzione” e di ciò che costituisce un’immagine ancora più nitida, la chiave di una consapevolezza che molti di noi hanno purtroppo perso nel campo dell’audio. Perché nel mondo del suono è esattamente la stessa cosa! L’unica differenza è che quasi nessuno sa ancora cosa significhi “bene”.
Siamo circondati dalla musica. La ascoltiamo alla radio, la ascoltiamo in streaming sui nostri smartphone, esce da piccoli altoparlanti Bluetooth. E sì, in qualche modo tutto suona bene. È come se avessimo guardato il mondo attraverso questi occhiali VR leggermente pixelati per anni. Non sappiamo più cosa ci stiamo perdendo. Ci siamo abituati a una risoluzione sonora inferiore, a formati altamente compressi in cui le innumerevoli sfumature, i piccoli dettagli e la naturale spazialità non sono più presenti.

Come con gli occhiali VR, dove manca un po’ di risoluzione per sentire davvero la struttura fine della corteccia di un albero nella foresta virtuale o per vedere lo scintillio negli occhi di un avatar, ci mancano i pixel del suono. Sentiamo la canzone, sì. Ma sentiamo anche la sottile vibrazione di una corda di chitarra, il delicato riverbero di una voce nella sala di registrazione, l’esatta posizione di ogni singolo strumento sul palco virtuale? Riusciamo a sentire l’”aria” della stanza in cui è stata registrata la batteria? Molto spesso, purtroppo, no.
Riscoprire la dimensione perduta della musica
L‘Hi-Res Audio o l’eccellente riproduzione del vinile sono come quegli occhiali VR che ti mostrano improvvisamente ciò che è visivamente possibile. Aggiungono i pixel perduti del suono. Improvvisamente, si scopre una nuova dimensione della musica:
- Spazialità: la band non è più un tappeto sonoro piatto davanti a te, ma si diffonde nella stanza. Puoi individuare chiaramente i singoli strumenti, percepire la loro esatta posizione e il loro riverbero, come se fossi seduto al centro di una sala da concerto.
- Sottigliezza e dettaglio: all’improvviso senti il suono del respiro del cantante, il morbido scricchiolio di una sedia in studio, il pizzicare delle corde di una chitarra acustica – tutti questi piccoli dettagli che rendono l’esperienza di ascolto incredibilmente vivida e reale.
- Dinamica: la musica “respira” davvero. I passaggi silenziosi sono davvero sussurrati, le esplosioni ad alto volume sono potenti e chiare senza essere sgradevoli o sovradimensionate. L’intera gamma emotiva della registrazione è palpabile.
- Emozione: con tutti questi pixel sonori e dettagli aggiuntivi, la musica diventa più emotiva, più coinvolgente, più reale. Non sei più un semplice ascoltatore che consuma una registrazione, ma sei immerso nell’esperienza e diventi quasi parte di essa.
Molti di noi oggi ascoltano la musica come se stessero guardando un quadro famoso in tutto il mondo attraverso una piccola fotocamera sfocata del cellulare. Si ha l’impressione di riconoscerlo. Ma poi ti ritrovi improvvisamente di fronte all’originale nel museo. I colori, la consistenza delle pennellate, le dimensioni – è un’esperienza emotiva completamente diversa, vero? Non ti sei reso conto di cosa ti mancava finché non hai visto l’originale.
Lo stesso vale per il suono. Per una generazione cresciuta con file MP3 compressi e streaming di qualità media, il suono pieno e puro – come veniva registrato all’epoca, con un’alimentazione stabile e tramite console di missaggio analogiche direttamente su nastro – può essere una sensazione completamente nuova. Non è solo “migliore”, è fondamentalmente di più. È un’immersione profonda, una riscoperta della musica che amiamo e l’esperienza di emozioni che prima erano nascoste.
Fai il grande passo: ricalibra le tue orecchie
Forse è arrivato il momento di indossare gli “occhiali VR” per le tue orecchie. Trova un’ottima sorgente ad alta risoluzione, che sia un servizio di streaming che offra una riproduzione lossless, un vinile ben registrato o un file FLAC di alta qualità. Ascolta la tua musica preferita e lasciati sorprendere. Potresti anche renderti conto: “Non voglio mai più ascoltare con una risoluzione sonora inferiore!”.
Florian Reiterer is an audio engineer and musician with a passion for high-resolution audio. He founded Mother Earth Radio to explore and deliver the best possible listening experience.
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